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Il dolce che porta il sole a Pasqua

Si chiamano Pardula o Pardules, ma anche Casadinas, qualcuno, forse più nel continenete, semplicemente formaggette. Sono piccoli cestini di pasta violada o violata chiusa con pizzichi sul bordo e ripieni di un impasto a base di ricotta, uova e zafferano. Ingredienti tipici dell’isola e delle sue tradizionali attività mescolati per creare dolcetti meravigliosi, buoni e solari.

di Sara Panarella

La pasta violada è un impasto tradizionale fatto di semola, strutto e acqua. Lo stesso impasto viene utilizzato anche per le seadas o sebadas, conosciutissime ormai anche al di fuori della regione: formaggio racchiuso da due dischi di pasta, fritti e resi dolci grazie al miele. Forse qualcuno storcerà il naso ma lo strutto può essere sostituito da olio o burro. Cambierà l’elasticità dell’impasto sicuramente ma così potrà essere consumato da tutte e tutti.

Il ripieno delle Pardules è fatto di ricotta, uova, scorza di arance e limoni, zafferano. Le varianti sono infinite tante quante le case in cui il dolce veniva e viene ancora preparato. Si arriva fino alle versioni che vedono anche l’aggiunta di gocce di cioccolato oppure uvetta. Diciamo che un punto fermo è lo zafferano in grado do donare quel meraviglioso colore tipico delle Pardulas.

Ecco la ricetta ii una delle tante varianti.

Per la pasta violada

  • 300 gr. di semola
  • acqua
  • sale
  • 40 gr. di strutto o burro

Sciogliere il grasso, aggiungerlo alla semola con il sale e con acqua fredda arrivare ad avere un panetto omogeneo, morbido ma non appiccicoso. Lasciar riposare l’impasto per 10/15 minuti, poi stenderlo abbastanza sottile e ricavare dei dischidi 8-10 cm.

Per l’impasto:

  • 350 gr. ricotta di pecora
  • la scorza di due arance e un limone
  • 2 cucchiai di zucchero
  • semola
  • lievito
  • 2 uova
  • zafferano

Lavorare la ricotta, aggiungendo tutti gli ingredienti, lasciando per ultimo lievito e semola. Si deve ottenere un impasto morbido ma compatto.

A questo punto si devono modellare le Pardulas. Prendere il disco di pasta, mettere nel centro un cucchiaio di impasto, poi in diagonale pizzicare il bordo in modo da fermarlo e creare così una cornice. Anche un questo caso si può variare. Si possono creare più pizzichi, da 6 a 10 ma sempre pari perchè si lavora in diagonale ottenendo così una forma più circolare, oppure, come accadeva più spesso in passato fermandosi a 4. La forma che si otteneva era quella di un quadrato. Sembra infatti che pardula derivi dal latino quadrula, che significa appunto “forma quadrata”.

Cuocere in forno già caldo per almeno 20 minuti, comunque fino a doratura.

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Tag: , Last modified: Marzo 30, 2024
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